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Il conflitto interno all’interno delle forze armate russe ha raggiunto il suo apice con la marcia della Wagner, una colonna militare privata guidata dal capo della Wagner, Prigozhin. Questo scenario unico e complesso mette in luce le divisioni all’interno dell’esercito russo, con accuse di disinformazione e di scatenare una guerra inutile contro l’Ucraina.

Il Sorgere delle Accuse

L’origine di un conflitto può spesso essere più intricata e sfuggente di quanto appaia in superficie. Un esempio lampante è il recente scontro tra il capo del gruppo mercenario privato Wagner e alti funzionari del governo russo. Questa crisi ha le sue radici nelle accuse rivolte dal capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, contro Shoigu e Gerasimov. Prigozhin li ha accusati di aver fornito informazioni errate al governo e di aver innescato una guerra inutile contro l’Ucraina.

La Rivolta del Wagner

Secondo un resoconto dettagliato dei fatti, Prigozhin è salito alle ribalte per le sue critiche alla gestione militare da parte di Shoigu e Gerasimov. Questa iniziativa ha portato alla marcia della Wagner verso Mosca, con l’obiettivo di destituire i leader militari accusati di corruzione e cattiva gestione della guerra. Prigozhin ha guadagnato popolarità tra le truppe e la popolazione, criticando le decisioni dei vertici militari. Il suo atteggiamento combattivo e la sua dedizione al lavoro hanno attirato l’attenzione, come si evince dai tweet di alopeki (fonte: Twitter).

La Reazione di Mosca

La risposta del Cremlino è stata decisa, dichiarando Prigozhin un traditore e lanciando un appello alla coesione nazionale. Le forze della Rosguardia e della Difesa Territoriale sono state dispiegate per difendere i centri di comando, sia a Rostov che a Mosca. L’ordine di Putin alla Wagner di fermarsi ha intensificato la tensione, come evidenziato nel tweet di LPMisesCaucus (fonte: Twitter).

L’origine di questa tumultuosa vicenda riguarda le accuse rivolte al capo della Wagner, Prigozhin, nei confronti di Shoigu e Gerasimov. Questi ultimi sono accusati di aver fornito informazioni erronee al governo russo e di aver innescato una guerra inutile contro l’Ucraina, la quale, nei fatti, negli anni precedenti al 24/02/2022 non avrebbe bombardato i civili, ma esclusivamente l’esercito russo presente nelle zone del Donbass.

La Polemica che Ha Scatenato la Guerra

Prigozhin, a capo della compagnia mercenaria privata Wagner, è riuscito a guadagnare rispetto e riconoscimento all’interno del conflitto come “capitano vicino ai soldati e sensibile alle loro esigenze”. In contrasto, la leadership militare, rappresentata da Shoigu e Gerasimov, è diventata sempre più impopolare, a causa della gestione inefficiente della guerra e delle carenze nelle forniture militari. Il tutto culmina con l’accusa da parte di Prigozhin verso i due vertici, ritenuti responsabili di aver distorto la realtà del conflitto ai danni della Russia e dei suoi cittadini.

Il Colpo di Stato Fallito

Il 23 giugno, in quello che sembra essere un tentativo di colpo di stato, Prigozhin lancia l’operazione “Rubicone”. Una mossa audace, voluta per portare a galla le menzogne di Shoigu e Gerasimov. In una dichiarazione pubblica, Prigozhin accusa i due di aver falsificato le informazioni sulla guerra, dal numero di vittime al vero scopo dell’invasione del Donbass. Queste rivelazioni scatenano caos e confusione tra la popolazione russa e le forze armate.

L’Assedio della Wagner

A seguito delle dichiarazioni di Prigozhin, colonne di mercenari Wagner si dirigono a Rovstov sul Don, con l’obiettivo dichiarato di impiccare Shoigu e Gerasimov. Nelle prime ore della mattina, la città è sotto assedio. Tuttavia, la rivolta tanto attesa da Prigozhin non ha luogo. L’esercito russo, temendo una guerra civile, evita di impegnarsi in un confronto diretto. Allo stesso tempo, la maggior parte dei governatori, i media e i commentatori politici si schierano contro la Wagner.

La Marcia su Mosca

Dopo aver preso il controllo di Rovstov, Prigozhin dichiara l’intenzione di marciare su Mosca. Il Cremlino risponde cercando di rallentare l’avanzata dei mercenari attraverso barricate e trincee. Tuttavia, l’azione più significativa arriva alle 9 del mattino, quando diversi elicotteri. Alcuni parlamentari fanno pressione affinché Gerasimov e Shoigu vengano destituiti. I media, i blogger, gli opinionisti, ma anche alcuni alti ufficiali e politici locali iniziano a spingere per lo stesso motivo. Le 19.30, Gerasimov e Shoigu fanno un’apparizione pubblica e dichiarano che non si dimetteranno. Dichiarano che non avrebbero mai intrapreso un’azione militare contro la Russia e che sosterranno Putin fino alla fine. Le loro dichiarazioni vengono ampiamente condivise sui social media. Le 20.30, con la maggior parte dei mercenari in ritirata o in disaccordo sulla linea da seguire, Prigozhin e i suoi alleati accettano di negoziare. L’accordo prevede che lui e i suoi uomini si ritirino in cambio di un’indagine sulle loro accuse. Conclusioni In conclusione, la “rivoluzione” di Prigozhin sembrava essere destinata a fallire sin dall’inizio. Nonostante le sue pretese di sostenere i diritti dei soldati e di portare alla luce la corruzione all’interno del governo russo, la sua mancanza di sostegno popolare e militare ha reso la sua causa quasi impossibile da realizzare. La sua speranza di utilizzare i suoi mercenari per rovesciare i leader del governo russo si è rivelata ingenua e mal consigliata. Non solo ha fallito nel suo tentativo di rovesciare il governo, ma ha anche causato la morte e il ferimento di molti dei suoi stessi uomini. Eppure, nonostante il suo fallimento, le accuse di Prigozhin non dovrebbero essere ignorate. Le sue affermazioni sulla corruzione all’interno del governo russo e sulla disinformazione riguardo alla guerra in Ucraina dovrebbero essere oggetto di un’indagine seria. Se si rivelassero vere, potrebbero avere serie ripercussioni sul futuro politico della Russia. In un mondo ideale, le rivoluzioni non dovrebbero essere necessarie. Ma quando le istituzioni falliscono e la corruzione è dilagante, la gente può sentirsi spinta a fare drastiche azioni come quelle di Prigozhin. Il suo fallimento dovrebbe essere un monito per tutti i futuri rivoluzionari: senza un sostegno diffuso e un piano ben pensato, le rivoluzioni sono destinate a fallire.

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