Capitolo 26 – Rigenerare i territori
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Dopo aver analizzato nel Capitolo 25 gli strumenti normativi adottati per contrastare la mafia, con particolare attenzione al ruolo della giustizia e alla tracciabilità dei beni, questo nuovo capitolo si sposta sul terreno dell’azione civile, della trasformazione concreta e del riscatto sociale: la rigenerazione dei territori. Il focus è ora sui beni confiscati alla criminalità organizzata, e sul modo in cui questi possono essere restituiti alle comunità attraverso progetti di utilità pubblica e innovazione sociale.
La confisca dei beni mafiosi rappresenta solo il primo passo. Il vero successo risiede nella capacità di reinserire questi beni nel tessuto economico, culturale e civile del territorio, sottraendoli definitivamente al potere simbolico e materiale delle mafie. Questo percorso, tuttavia, è tutt’altro che lineare: richiede partecipazione civica, strumenti amministrativi efficaci, e una visione politica che creda nella giustizia sociale.
Nel corso del capitolo affronteremo sei aspetti fondamentali: dalla confisca al riuso sociale, passando per buone pratiche, ruolo delle istituzioni locali, reti nazionali e nuove forme di gestione partecipata. La rigenerazione dei territori non è solo un’azione di legalità, ma un processo culturale profondo che riscrive le relazioni tra cittadinanza, memoria e futuro.
Struttura del Capitolo:
- 26.1 – Dalla confisca al riuso sociale
- 26.2 – Le buone pratiche: tra legalità e sviluppo
- 26.3 – Educazione e inclusione nei beni confiscati
- 26.4 – Il ruolo delle amministrazioni locali
- 26.5 – La rete nazionale dei beni confiscati
- 26.6 – Rigenerazione come nuova frontiera dell’antimafia
Proseguiamo ora con la pubblicazione dei singoli paragrafi e l’analisi delle pratiche più efficaci di rigenerazione sociale dei beni sottratti alle mafie.
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