La comunicazione del potere

Introduzione – La comunicazione del potere

Indice dei contenuti

Nel Capitolo 12 abbiamo analizzato la Seconda Repubblica come un sistema che, dietro l’apparente rinnovamento istituzionale, ha perpetuato le logiche del potere sommerso. Ora ci spostiamo su un piano altrettanto cruciale ma meno visibile: quello della comunicazione. Il Capitolo 13 esplora i codici linguistici, le strategie narrative e gli strumenti mediatici attraverso cui il potere – mafioso, politico ed economico – riesce a legittimarsi, manipolare il consenso e perpetuare il proprio dominio.

Dalla retorica dei boss mafiosi al linguaggio istituzionale, dai silenzi strategici alle narrazioni dominanti in TV, questo capitolo offre un viaggio dentro le parole del potere. È un passaggio fondamentale per comprendere come l’informazione – o la sua manipolazione – sia diventata una delle armi più potenti del nostro tempo.

Ci addentreremo nell’analisi delle tecniche persuasive, dei linguaggi utilizzati, del ruolo centrale della televisione nella creazione di un immaginario collettivo e nella cancellazione del dissenso. Vedremo anche come la parola, privata del suo potenziale critico, sia diventata uno strumento per legittimare illegalità e devianze.

In questo articolo scopriremo:

  • Come si è evoluto il linguaggio mafioso nel contesto della comunicazione moderna
  • Quali tecniche vengono usate per costruire consenso attorno al potere
  • Perché i media tradizionali sono diventati alleati fondamentali del sistema
  • In che modo la parola pubblica può essere usata come arma

Collegamento e anticipazione

Questo capitolo rappresenta una tappa fondamentale per comprendere come le strutture di dominio si siano raffinate grazie a tecniche comunicative sofisticate. Prepara il lettore alla prossima analisi dedicata a “La Commissione”, cuore pulsante dell’organizzazione mafiosa, in cui il potere non è solo comunicato, ma formalmente distribuito.

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