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Come si vota il 25 settembre? Cosa esattamente non dovrò fare?
Indicazioni per poter giungere pronti alle urne elettorali: Il Rosatellum come funziona? come funzionano le leggi elettorali? , i collegi uninominali, le liste bloccate e le pluricandidature
Manca meno di un mese alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e, per la seconda volta, si andrà al voto con il cosiddetto Rosatellum, dal nome di Ettore Rosato, allora deputato del Partito democratico e relatore della legge alla Camera. Al suo banco di prova, nel 2018, dalle urne non uscì un chiaro vincitore e ci vollero tre mesi per instaurare il primo governo guidato da Giuseppe Conte, con la crisi di governo più lunga della storia repubblicana. Quest’anno però, la legge opererà con due importanti differenze. La prima è l’estensione del diritto di voto al Senato per le persone che hanno compiuto 18, e non più 25. Mentre la seconda è la riduzione del numero dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 640 a 400 seggi alla Camera e da 315 a 200 al Senato.
Le leggi elettorali sono in grado di influenzare fortemente le elezioni. In base al sistema con cui operano, pochi voti in più o in meno possono assicurare a partiti e coalizioni una forte maggioranza, oppure condannarli all’ingovernabilità. Tendenzialmente, tutti i sistemi elettorali si ispirano a due metodi per l’assegnazione dei seggi: il proporzionale e il maggioritario. Questi, sono i primi due concetti chiave utili a capire come funziona il Rosatellum.
- Rosatellum: maggioritario o proporzionale?
- Collegi uninominali e proporzionali
- Liste bloccate
- Come si vota?
- Pluricandidature
- Candidature in base al sesso
- Soglia di sbarramento
L’analisi delle proposte e dei progetti politici dei partiti in corsa per le elezioni del 25 settembre
Rosatellum: maggioritario o proporzionale?
Con il sistema maggioritario, che premia la formazione di coalizioni, chi ottiene un voto in più degli altri ottiene la maggioranza dei seggi in Parlamento. In ogni singolo collegio elettorale, coalizioni e liste corrono una contro l’altra, ognuna con un solo candidato (collegi uninominali) e chi arriva al primo posto si aggiudica il seggio. Per questo le coalizioni sono importanti, riuscendo a far convergere nei singoli collegi più voti.
Con il sistema proporzionale, invece, un partito ottiene una percentuale di seggi in Parlamento sulla base dei voti presi alle elezioni. Per esempio una lista che ottiene il 20% dei voti avrà conquistato il 20% dei seggi. Quindi in questo caso le coalizioni sono meno importanti.
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Il Rosatellum ci propone un sistema sia maggioritario che proporzionale quindi misto. Oltre Il 37% dei deputati e dei senatori è eletto nei collegi uninominali attrverso il sistema maggioritario , con un sistema proporzionale il 61% è eletto nei collegi plurinominali e il 2% con il voto all’estero. In totale 147 seggi alla Camera e 74 al Senato verranno assegnati con il maggioritario, mentre i restanti 245 e 122 con il proporzionale. Infine, altri 8 rappresentanti alla Camera e 4 al Senato verranno eletti con il voto degli italiani e delle italiane all’estero mediante il sistema proporzionale con voto di preferenza su base circoscrizionale.
Collegi uninominali e proporzionali
Il territorio italiano è diviso in 28 circoscrizioni elettorali: 14 coincidono con una regione, mentre le restanti a una o più province delle 6 regioni più popolose. A ogni regione, a seconda del numero di abitanti, sono assegnati un numero variabile di collegi plurinominali e per ogni collegio plurinominale sono indicati uno o più collegi uninominali.
Per esempio la circoscrizione Toscana, per la Camera, ha tre collegi plurinominali. Il primo (Toscana 01) comprende tre collegi uninominali: Massa, Lucca e Prato. Al collegio plurinominale ogni partito candida in ordine di preferenza al massimo quattro nomi. Al collegio uninominale i partiti della stessa coalizione si mettono d’accordo per indicare un solo nome. Gli elettori e le elettrici di Massa avranno dunque sulla scheda gli stessi nomi di Lucca e di Prato per il plurinominale, ma nomi diversi per l’uninominale.
Liste bloccate
Per i seggi distribuiti tramite il sistema proporzionale partiti o coalizioni non presentano un solo candidato (come nei collegi uninominali del maggioritario), ma una serie di candidati elencati in una lista bloccata. Questo termine sta a indicare che elettori ed elettrici non possono esprimere preferenze, cioè non possono decidere il nome del candidato o della candidata che preferiscono. Il giorno delle elezioni si potranno quindi votare solo le persone già scelte dalle segreterie dei partiti e inserite nelle liste bloccate.
Questo sistema serve per assicurare un seggio a una figura politica, in un collegio dove il partito è certo di vincere, inserendo il suo nome in quel collegio anche se il rappresentante o la rappresentante non hanno nulla a che fare con quel territorio. In questo modo i partiti si assicurano l’elezione di personaggi di rilievo, ma incentivano la distanza tra rappresentanti ed elettorato. Infatti i parlamentari non hanno più bisogno di essere connessi con il collegio di appartenenza e convincere decine di migliaia di persone a scrivere il proprio nome e cognome, per venire eletti.
Come si vota?
Quando giungerà il giorno delle elezioni, tutte le persone con più di 18 anni di età saranno in possesso della loro scheda elettorale per la Camera e una scheda elettorale per il Senato. In questo momento basterà barrare con una una X il proprio candidato di fiducia o sulla candidatura uninominale oppure sul partito scelto.
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Se si barra il nome del candidato all’uninominale, sarà distribuito in modo proporzionale a tutte le liste che lo sostengono. Mentre se il partito è uno solo, prenderà tutti i voti dati al rappresentante selezionato per l’uninominale. Chiaramente non è possibile il voto disgiunto, quindi non si potrà indicare un nome all’uninominale e poi scegliere una lista che è in un’altra coalizione.
Se invece si sceglie di barrare il simbolo del partito, con a fianco la lista bloccata dei candidati, i voti saranno distribuiti in maniera proporzionale in base al risultato raggiunto dal partito a livello nazionale, per la Camera, e regionale, per il Senato. Più voti prende un partito, più parlamentari ha possibilità di eleggere.
In questo modo, se nei collegi uninominali viene eletto automaticamente chi prende un voto in più degli altri, nei plurinominali l’elezione dipende dal risultato del partito di riferimento e dalla posizione in lista. Come è facile immaginare, chi è primo ha più possibilità di essere eletto. Pertanto si capisce come le coalizioni siano fondamentali per ottenere la maggior parte dei collegi uninominali (che valgono 147 seggi alla Camera e 74 al Senato) perché la candidata o il candidato ha più possibilità di vincere in quanto sostenuto da più partiti.
Pluricandidature
La stessa persona può presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali, fino a un massimo di cinque, per la parte proporzionale. Se vince all’uninominale viene eletto in quel collegio, mentre se vince in più collegi plurinominali viene eletto dove la sua lista ha preso la percentuale minore di voti.
Candidature in base al sesso
Non si possono presentare liste bloccate in cui le persone dello stesso sesso siano più del 60% dei candidati. Quindi in un collegio plurinominale con due seggi da assegnare i candidati devono essere un uomo e una donna, con quattro seggi fino a tre uomini e una donna o fino a tre donne e un uomo.
Soglia di sbarramento
La soglia di sbarramento (ovvero la quota minima di % per poter accedere in Parlamento) è impostata al 3% per le liste o i partiti su base nazionale e per le coalizioni al 10% . Nelle coalizioni ipartiti che hanno preso tra 1 e il 3% di voti cedono i voti in una schematica proporzionale alle altre liste della stessa coalizione che hanno superato il 3%. I voti dei gruppi che prendono meno dell 1% verranno automaticamente scaritati
FOnte: WIRED https://www.wired.it/article/elezioni-2022-come-si-vota-il-25-settembre-listini-collegi-plurinominali-uninominali-preferenze/
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