I movimenti femministi e i diritti delle donne in Sud America sono un binomio inscindibile. I primi hanno sempre avuto, e hanno tutt’ora, un ruolo cruciale ed influente nella politica per la negoziazione e l’affermazione dei diritti delle donne.

Erano gli anni ’80 quando le donne cilene unirono le forze e fondarono il movimento Mujeres pro la Democracia (Donne per la democrazia), protestando contro la dittatura di Pinochet, maschilista e sessista.
Oggi l’impegno e l’attivismo delle donne del Cile si fa sentire più forte che mai e rende onore a quelle donne che si battevano rischiando il carcere, la tortura o la morte, piuttosto che sottomettersi alla dittatura. Il collettivo Las Tesis, nato nel 2019 a Santiago, come allora, continua a battersi per i diritti femminili e a cercare una politica sempre più paritaria. Il collettivo è particolarmente noto per un performance in cui si canta Un violador en tu camino (Uno stupratore lungo il tuo cammino) per denunciare la violenza sulle donne e chiedere maggiore giustizia per le vittime; l’intera performance allude agli abusi sessuali della polizia cilena a La Venda Sexy, luogo in cui le prigioniere politiche durante gli anni di Pinochet venivano torturate e stuprate.
Grazie a Las Tesis e ad altri movimenti femministi, il 25 ottobre 2020 le donne cilene hanno potuto festeggiare un’importante vittoria: poter riscrivere la costituzione cilena in una forma paritaria (che ancora faceva riferimento a quella della dittatura) da un’assemblea compost al 50% da donne.

Il movimento ed il canto di Las Tesis ha riscontrato successo in tutto il mondo, Un violador en tu camino è stata cantata in tutta Europa, anche in Italia, negli US e ovviamente negli altri paesi Sud Americani.

Argentina

Las Tesis non è l’unico collettivo che agisce sul territorio, come il caso di Ni Una Menos (Non una di meno), nato nel 2015 in Argentina per la sensibilizzazione sulla violenza sulle donne, anche questo movimento ha avuto risonanza mondiale.

In Argentina assistiamo recentemente ad una nuova ed importante vittoria; Il 29 dicembre 2020 le donne sono scese nelle strade sventolando fazzoletti verdi, simbolo della lotta femminista, per celebrare la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, non solo in caso di stupro o di pericolo di vita della donna.
Questo è il primo passo verso una politica più inclusiva, ma la situazione non è la stessa in tutto il paese, anzi ci sono posizioni contrastanti riguardo questa tematica complessa.

Cuba

Il paese pioniere di una politica inclusiva che tuteli i diritti delle donne è Cuba. Infatti le donne ottengono il diritto di voto nel 1934; l’aborto, invece, viene legalizzato nel 1936 ( primo paese dell’America latina) e diventerà gratuito nel 1965.

Uruguay

Nonostante la legalizzazione dell’aborto sia avvenuta più tardi rispetto a Cuba, 23 ottobre 2012, è questo il primo paese che ha istituito il suffragio universale già nel 1927, precedendo l’isola comunista.

Messico

In tutto il Messico, solo nella capitale è stata approvata la legge che permette l’interruzione della gravidanza durante i primi tre mesi di gestazione. Recentemente, però, anche nello Stato di Oaxaca, la legge sull’aborto è riuscita a superare le barriere delle politiche conservazioniste il 26 settembre 2019, proprio grazie all’impegno, alle richieste e le petizioni portate avanti dai movimenti femministi nati negli ultimi anni.

Altri Stati del Messico, al contrario, hanno inasprito le leggi sulla tematica, come ad esempio a Guanajuato, dove la pratica di aborto è punibile fino ai 30 anni di carcere.

Brasile

Il presidente Bolsonaro si oppone con un grande “No” alla proposta di legge portata avanti da alcuni partiti e dalle femministe. L’atteggiamento reazionario del presidente, non solo rispetto ai diritti delle donne, ha spinto donne e uomini del paese a manifestare e a protestare nelle piazze contro la discriminazione e a chiedere la tutela dei diritti delle minoranze (razziali, sessuali, di genere politiche, religiose) che invece vengono costantemente prese di mira dal governo. Uno degli slogan ridondanti delle proteste è #EleNão (Non Lui), utilizzato anche nelle proteste femministe del settembre 2018 organizzate dal collettivo Mulheres Unidas Contra Bolsonaro ( Donne unite contro Bolsonaro).

Altri paesi

In molti altri paesi, la strada per una parità di genere è ancora molto lunga.

Per quanto riguarda l’interruzione della gravidanza, ad esempio, questa è ancora considerata u crimini in paesi come haiti, la Repubblica Dominicana, Nicaragua, El Salvador e in Honduras dove, nonostante alcune proposte di legge a favore dell’aborto nel 1997 che non hanno raggiunto nessun risultato concreto, la pratica è ancora illegale e punibile dai 3 ai 10 anni di carcere.